Father & Sons 268 – Brad Mehldau

Brad Mehldau è un pianista, compositore e arrangiatore jazz americano che ha rivoluzionato l’approccio allo strumento travalicando i generi. Ha studiato musica alla New School, facendo tournée e registrando mentre era ancora studente e come membro del quartetto del sassofonista Joshua Redman ; a metà degli anni ’90 iniziò a dirigere il suo trio con cui ha pubblicato più di una dozzina di album .
Dall’inizio del nuovo millennio, Mehldau ha sperimentato altri format includendo elettronica ed input di musicisti rock e classici; ha composto brani orchestrali e suonato tastiere elettroniche vintage in duo con il batterista Mark Guiliana oltre a collaborare con Pat Metheny.
Aspetti della musica pop, rock e classica, compreso il romanticismo tedesco, sono stati assorbiti nella scrittura e nel modo di suonare di Mehldau; attraverso l’uso di alcuni elementi tradizionali del jazz, l’esecuzione simultanea di diverse melodie con le mani indipendenti l’una dall’altra e l’incorporazione di brani pop e rock, Mehldau ha influenzato molti musicisti dell’ultimo trentennio sia nei loro approcci alla scrittura che all’esecuzione ed alla scelta del repertorio.

TRACKLISTING: Trailer park ghost, London blues, Young Werther, For all we know, Exit music (Radiohead cover), Bard, Dear prudence (Beatles cover), Ahmid-6, Taming the dragon, Herr und knecht, Old west, The garden

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    …musica e parole che escono in maniera del tutto casuale dalla scatola che parla… alla ricerca in modo serendipico di storie, luoghi, viaggi, edee ed emozioni… di tutti noi…
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    Angelo Lupo Timini. SUONI D’INCHIOSTRO Il protagonista di ogni puntata è un libro, raccontato attraverso tre canzoni citate fra le sue righe. D’altronde sono pochi i romanzi che non contengono riferimenti musicali espliciti. Nel programma, condotto da Angelo Lupo Timini, si alterneranno volumi della letteratura italiana e straniera, testi contemporanei e classici.
    18:00 Jazz un disco al giorno
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    Ogni puntata dura venti minuti e saranno tre i brani proposti dal disco scelto. Nella maggior parte dei casi, si tratterà di lavori pubblicati di recente, in modo da esplorare insieme agli ascoltatori il panorama del jazz dei nostri giorni. Di tanto in tanto, però, ci concederemo degli excursus nel passato o in territori musicali altri: se per i grandi capolavori della storia del jazz non c’è bisogno di troppe spiegazioni, gli “sconfinamenti” verso linguaggi diversi ci condurranno verso dischi che possono essere, a ragione o a torto, secondo prospettive dirette o trasversali, annoverati tra le ispirazioni dei jazzisti che troviamo oggi sui palchi dei festival e negli scaffali dei negozi di dischi. Il programma va in onda ogni giorno, alle 18, dal lunedì al venerdì.
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    SUONI D’INCHIOSTRO
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    Angelo Lupo Timini. SUONI D’INCHIOSTRO Il protagonista di ogni puntata è un libro, raccontato attraverso tre canzoni citate fra le sue righe. D’altronde sono pochi i romanzi che non contengono riferimenti musicali espliciti. Nel programma, condotto da Angelo Lupo Timini, si alterneranno volumi della letteratura italiana e straniera, testi contemporanei e classici.
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    Se la musica valesse tanto al kilo, o al barile, con un prezzo fissato in base alla qualità’, tutti nel mondo se la passerebbero molto meglio. Ma i se non sono commestibili, così la musica al massimo continua a sfamare lo spirito e l’immaginazione. Per esempio, L’ Africa è ricca anche di caffè, arachidi, diamanti e bauxite e quant’altro, ma ciò non sembra giovarli più dei suoi immensi giacimenti di ritmo. Quindi se pure la musica fosse cacao, non basterebbe. Ci vorrebbe anche un minimo di correttezza nei rapporti che si snodano tra la terra, il contadino e la barretta di cioccolato. Il prezzo per ora lo decide chi compra. Il Camerun svende il suo caucciù ad una multinazionale, poi riacquista un pneumatico che a Yaoundè vale quattro stipendi medi. Le materie prime valgono sempre meno, le merci di importazione finite sempre di più. Non ce’ sviluppo possibile, così, ma solo un’Africa spolpata due volte. Dall’interno, a forza di dittature feroci e corrotte, da combriccole di ladroni messi li a sorvegliare gli interessi occidentali e a godersi le briciole. Dall’esterno con l’invadenza dei paesi ricchi, quindi industrializzazione coatta, accordi commerciali drogati, pirateria genetica legalizzata che sfrutta gratuitamente ambienti e patrimoni naturali sguazzando nella totale mancanza di leggi in materia. E poi rifiuti tossici vaganti, pochi e scellerati investimenti, traffico di armi e di manodopera a buonissimo mercato, traffico di organi di bambini e di calciatori. L’ Africa ed altri paesi del mondo non hanno assi nella manica, o meglio non hanno nemmeno più neanche le maniche. La musica, almeno quella che col tempo ha potuto coltivare velleità commerciali, evidentemente fa parte di tutto questo. L’ assenza di strutture e malversazioni economiche diffuse la rendono debole, vulnerabile, come una qualsiasi altra risorsa, negata, rubata da chi non la capisce, ma vissuta fino in fondo dalla gente. (Tratto dal libro “Mother Africa e i suoi figli ribelli” di Marco Boccitto @1995
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    Spartaco Superanima conduce “SUPERSOUL” un viaggio musicale a 360° del II° millennio, carico di pathos & groove, con micro pillole di info & Cultura